Visto che siamo in tema di Turchia, perché non parlare di questo regista italiano ma di origine turca e dei suoi film?
**FILMOGRAFIA**
Il bagno turco - 1997RecensioneLogorato dal lavoro e da un matrimonio stanco senza figli con Marta, compagna e socia nella professione, Francesco, giovane architetto romano, va a Istanbul dove ha ereditato una vecchia casa da un'eccentrica zia materna. Il soggiorno gli cambia la vita, facendogli scoprire nuovi valori tra cui quelli dell'Eros. Giovane turco che ha studiato e vive a Roma, F. Ozpetek ha esordito, grazie alla Sorpasso Film di Marco Risi e Maurizio Tedesco con un film puntiglioso nel disegno psicologico dei personaggi, attento alle sfumature dove il recupero dell'istintualità diventa una conquista di libertà. Musiche dei Trancedental (i genovesi Pivio e Aldo De Scalzi). 3 Globi d'oro a Roma, 1 Mela d'oro in Turchia.
http://www.mymovies.it/filmclub/2002/08/231/imm.jpgHarem Suare - 1999RecensioneNel teatro del palazzo Yldiz a Istanbul il sultano Abdulhamit II (1876-1909) ascolta, nel luglio 1908, La Traviata di Verdi col finale cambiato su suo ordine, mentre fuori serpeggiano i moti rivoltosi dei Giovani Turchi. Grazie all'appoggio di Nadir (A. Descas), eunuco africano, la concubina Safiyé (M. Gillain), di origine italiana, diventa favorita e poi moglie ufficiale del sultano. Su decisione del Parlamento turco, l'harem viene disciolto e le odalische si trovano padrone di una libertà di cui non sanno che cosa fare. Scritto con Gianni Romoli, il 2° film - dopo Il bagno turco - di F. Ozpetek (1959), cineasta turco che ha studiato a Roma, ha struttura narrativa faticosa e affaticante. È la stessa Safiyé invecchiata (L. Bosé) che racconta a una giovane viaggiatrice italiana (V. Golino) la complessa storia di intrighi e lotte per il potere all'interno dell'harem e la sua impossibile relazione amorosa con l'eunuco Nadir. Nemmeno l'interessante descrizione della vita nell'harem, così puntigliosamente storica, riesce a raggiungere una vera vitalità drammatica perché i personaggi risultano sfocati. Rimane soltanto una diffusa nostalgia malinconica. Luci e colori di Pasquale Mari, musiche di Pivio e Aldo De Scalzi. Nel titolo suare sta per soirée.
Le fate ignoranti - 2001RecensioneEssere tradite fa male: essere tradite con un uomo fa male due volte. Capita ad Antonia che, morto il marito in un incidente, scopre che aveva da sette anni un amante. È Michele che vive in una famiglia allargata multirazziale e polisessuale di “diversi”, non soltanto gay. Per lei, agiata borghese e medico, è la scoperta di un mondo o, almeno, di un altro modo di vivere. 3° film – scritto con Gianni Romoli – del turco F. Ozpetek, e il 1° di ambiente italiano (il quartiere Ostiense a Roma dove il regista abita). Bel titolo (da Magritte) per un film più che discreto in tutti i sensi, in delicato equilibrio tra cadenze di commedia e soprassalti di dolore, sorretto da un sincero e un po' programmatico affetto anche per i personaggi minori, da capire più che da giustificare. M. Buy sapiente nel rendere la metamorfosi di Antonia e S. Accorsi ammirevole, tenuto a briglia corta. 4 Nastri d'argento: produttore (Tilde Corsi, Gianni Romoli), soggetto (F. Ozpetek, G. Romoli), M. Buy, S. Accorsi.
La finestra di fronte - 2003Recensione“Il matrimonio è come la morte: pochi ci arrivano preparati.” (N. Tommaseo). Non era preparata l'operaia Giovanna che, sposata da otto anni con Filippo (un lavoro precario dopo l'altro) e madre di due figli, è una giovane donna insoddisfatta e si distrae spiando il bancario Lorenzo, suo bel dirimpettaio, e facendone l'oggetto delle sue fantasie desideranti. Entra nella sua vita un vecchio signore smemorato che il marito le porta in casa, in attesa che qualcuno lo identifichi. È questo Davide, ebreo e omosessuale, che la induce a riappropriarsi della propria vita, a riscoprire la sua passione per la pasticceria, a rinunciare al marito e al fantasticato amore per Lorenzo. Scritto e riscritto con Gianni Romoli (anche produttore con Tilde Corsi) è il 4° film del turco F. Ozpetek, il più maturo, intenso e stilisticamente calibrato, giocato sul principio della sottrazione anche nel nascondere, sfumandolo, un livello metaforico e allusivo. Fondato sulla dinamica degli sguardi, ha come arco di volta il tema della memoria, incarnata nel remoto dramma d'amore e nel senso di colpa che abitano il vecchio Davide, legati entrambi al 16 ottobre 1943 quando avvenne il rastrellamento nazista degli ebrei romani. Struggente presenza di M. Girotti (1918/5-1-2003), morto pochi giorni dopo la fine delle riprese, in una compagnia di interpreti in cui, oltre all'ottima G. Mezzogiorno, tutti recitano come si deve. 5 premi David di Donatello, 5 Globi d'oro, 4 Ciak d'oro, 3 Nastri d'argento, 3 premi (film, regia, G. Mezzogiorno) al festival di Karlovy Vary.
Cuore sacro - 2005RecensioneIrene Ravelli gestisce con efficienza senza scrupoli le aziende immobiliari ereditate dal padre. Due eventi la mettono in crisi. Scopre che in un vecchio palazzotto romano di famiglia – da trasformare in condominio – è rimasta intatta la stanza dove per anni, reclusa, attese la morte sua madre quando lei era ancora bambina. E incontra Benny, ragazzina ladruncola, che le fa conoscere gli “sgusciati”, il mondo dei nuovi poveri e dei poveri più poveri, il sottosuolo umano quasi invisibile di una metropoli. Come nei melodrammi degli anni '50 in cui l'inattendibile si mescola col verosimile, il percorso di Irene alla scoperta di sé stessa e del suo prossimo diventa un viaggio verso la “follia” dell'altruismo estremo. Tutto al femminile, è un film simmetricamente strutturato sui doppi e sulle coppie degli opposti (poveri/ricchi, zia cattiva/zia buona, casa modernissima/palazzo antico, Milano Bicocca/Roma decadente e aristocratica, prete/barbone) e sui rimandi cinefili (Europa '51, Teorema, L'esorcista, Che fine ha fatto Baby Jane?, ecc.). A dargli in parte l'acqua della vita provvede l'Irene di B. Bobulova, attrice che recita ammirevolmente sotto le righe, ma anche il vitalismo della piccola Benny, figura che ricorda la Domenica del misconosciuto film omonimo di Wilma Labate: non a caso, quando esce di scena, si ruzzola irrimediabilmente verso l'Enfasi Edificante del finale, inquinando la nota generosità amorosa di F. Ozpetek per i suoi attori a iosa gratificati da primi e primissimi piani. Scritto dal regista e da Gianni Romoli, uno dei 2 produttori con Tilde Corsi. 2 David a B. Bobulova e alle scenografie di A. Crisanti.
Saturno contro - 2007RecensioneSulla scia di Le fate ignoranti, ma con meno risvolti leggeri e più immerso nel dolore per il lavoro del lutto, il 6° film di F. Ozpetek – 4° ambientato a Roma – ha il cuore, il nucleo centrale, nell'amicizia di gruppo. Non trascura l'amore omo/eterosessuale e dà spazio inusuale all'astrologia natale come il titolo suggerisce – avere Saturno in opposizione al proprio segno zodiacale indica un periodo di trasformazioni, crescita, maturazione – pur non sottraendosi a un'aura di malinconia. In questo film che offre allo spettatore un'abbuffata di sentimenti e di emozioni non è facile stabilire dove finisce l'intelligenza e dove comincia la furbizia. Scomponibile in 3 parti, è riuscito in quella centrale, la più lunga: va dall'emorragia cerebrale che porta all'ospedale Lorenzo (L. Argentero), voce narrante e ridondante, fino alla sua morte. Nella 1ª prevalgono facilità e banalità descrittive, la 3ª va, compiaciuta, alla ricerca del finale rasserenante (la partita di ping-pong), indugia leziosamente sul giardino incantato e sul panorama del Circeo, scivola con ignominia su Davide – alter ego dell'autore – tentato di morire, momento in cui persino P. Favino, il più bravo degli interpreti, affonda nell'enfasi. Regista che ama gli attori e sa dirigerli, pur insistendo troppo sugli sguardi in campo e controcampo, Ozpetek conferma un'empirica teoria: nel cinema italiano del primo 2000 gli attori sono una categoria mediamente superiore a quella di sceneggiatori e registi. Oltre a M. Buy, M. Vukotic e l'ispido E. Fantastichini – che puntano sul togliere – c'è la rivelazione A. Angiolini (premiata con un David di Donatello come migliore attrice non protagonista ex aequo con A. Finocchiaro (Mio fratello è figlio unico)) e c'è S. Accorsi alle prese con un personaggio che gli si addice. Scritto dal regista con l'abituale Gianni Romoli, anche produttore con Tilde Corsi. Distribuito con profitto dalla potente Medusa.
Un giorno perfetto - 2008TramaDal romanzo "Un giorno perfetto" di Melania Mazzucco, un cast corale per raccontare, in un serrato rincorrersi di avvenimenti, la giornata di un gruppo di personaggi seguiti da vicino: Camilla festeggia il suo compleanno, suo fratello Aris viene promosso a un esame universitario senza meritarlo, Emma perde il lavoro presso un call-center, sua figlia Valentina gioca una partita di pallavolo, l'onorevole Elio Fioravanti è in giro per comizi elettorali, la sua bella moglie scopre di essere incinta, il piccolo Kevin viene invitato in un palazzo lussuoso, la professoressa Mara ha un appuntamento col suo amante, e Antonio vede la moglie per l'ultima volta.
http://www.ferzanozpetek.com/fonte:
http://www.mymovies.it/biografia/?r=1790Io per ora ho visto solo Le fate ignoranti e La finestra di fronte e ho preferito sicuramente il primo, il secondo un po' irrealistico e lento per i miei gusti. Ora devo recuperare guardandomi i primi 2, visto che parlano della Turchia!